Giocare e ridere con persone affette da disabilità fisiche, psichiche e cognitive è un’esperienza indimenticabile.
L’imbarazzo iniziale ha lasciato presto spazio alla fiducia.
Il clapping (battere le mani unendo palmi e dita) è stato fondamentale per far sì che imparassero a guardarsi negli occhi, cosa per nulla scontata per chi ha disturbi cognitivi anche gravi.
Chi soffre di questi disturbi ha un’età mentale che non supera i 6 anni e quindi grazie al gioco mirato abbinato a esercizi di risate siamo riusciti a creare un’intesa molto molto bella e profonda.
Con alcuni esercizi pensati proprio per favorire il contatto fisico siamo riusciti ad avvicinarci anche fisicamente; carezze e coccole non sono cose che molti di loro amano, ma attraverso la risata tutto è stato possibile.
Abbiamo visto l’emozione sui volti, i loro occhi lucidi e felici appena arrivavamo.
Addirittura una signora su una sedia a rotelle ha detto che durante le sessioni si dimentica di essere in carrozzina e adorava la sensazione di ballare libera.
Un ragazzo affetto da hiv e agli arresti domiciliari ci ha regalato una piantina di orchidea e ringraziandoci ci ha confidato che quando va a fare le ore di servizi sociali in una struttura per persone spastiche li fa giocare e ridere come aveva imparato a fare con noi!!!